Attacco al welfare e ai servizi pubblici

pubblicoWelfare – Una strategia ben studiata, alimentata da quella disinformazione capillare di cui i giornalai italici sono ormai maestri, con una costante gogna mediatica utilizzata per mettere in risalto quella parte di lavoratori del pubblico, sicuramente la netta minoranza, che viola le regole, che froda i cittadini sfruttando la mancanza di controlli e, più spesso, coperture sindacali, per fare il proprio comodo.
Gli sprechi che gravano sul bilancio pubblico non sono certo gli stipendi di una categoria in prima linea nei rapporti con i cittadini, né fare di tutta l’erba un fascio è la soluzione adeguata ad eliminare quelle storture che si sono moltiplicate negli anni grazie anche, se non soprattutto, a quei metodi di assunzione che, a fronte di concorsi farsa, prevedeva corsie preferenziali per i raccomandati, per i bacini di voti di questo o quel politico, mai per i più capaci.
Ma la campagna di stampa serviva ad aprire le porte ad un ridimensionamento degli stipendi dei lavoratori, non certo dei dirigenti incapaci, in un periodo in cui l’opinione pubblica, massacrata da una disoccupazione record e da tasse indecorose per un paese civile, vuole il mostro da additare come colpevole dei suoi mali, meglio se alla sua portata…e non potente come la casta ruba tutto.
Bisogna raccattare quei miliardi che servono a tenere in piedi un paese alla bancarotta, attraversato da una corruzione divenuta talmente diffusa, da risultare ormai consuetudine. E così dopo aver mostrato ciechi che leggevano e paralitici che correvano, per dare la stura a quei soprusi ormai abituali sulla pelle dei veri disabili, lasciati da soli a lottare contro una serie di muri insormontabili approntati dalle istituzioni, oggi tocca ai lavoratori pubblici, indicati come “privilegiati” e “nullafacenti”…e quindi da punire.
A Napoli Luigi De Magistris, sindaco nei fatti sfiduciato dalla città che lo aveva eletto contro ogni previsione e, soprattutto, contro il malgoverno del PD, tuona contro gli autisti dell’ANM, rei di aver denunciato con uno sciopero, unica arma, a quanto mi risulta, in mano ai lavoratori per rivendicare i loro diritti, la carenza e l’inadeguatezza delle vetture, molte delle quali senza gli adeguati standard di sicurezza previsti dalla legge, la cattiva gestione del personale da parte di una dirigenza super pagata, gli accordi firmati dalle organizzazioni sindacali in netto contrasto con quanto richiesto dalle maestranze.
A Roma, capitale degli sprechi (locali dati in affitto gratuito, avvocati che costano 6,3 milioni di euro l’anno, dirigenti e consulenti che gravano per 4 milioni di euro, milioni di debiti per municipalizzate completamente fuori controllo), il neo sindaco Marino se la prende con i dipendenti pubblici e taglia loro il salario accessorio (200/300 euro mensili) in stipendi che si aggirano sui 1200 euro mensili.
In un paese in cui i dirigenti pubblici, longa manus della casta, guadagnano 12,6 volte di più il reddito medio del paese, dove la corruzione moltiplica per enne volte i costi delle opere pubbliche, dove gli stipendi da nababbi dei politici e gli ignobili, ed ancora intonsi, rimborsi spesa e rimborsi elettorali continuano a rimpinguare tasche e borse dei partiti, la stampa asservita fornisce su di un piatto avvelenato, all’opinione pubblica, il nemico da combattere…ieri i disabili, oggi i dipendenti pubblici…domani i residui di quei diritti e di quello stato sociale da distruggere per far spazio al privato corrotto e colluso.

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