Edward Bernays, il consumismo e la manipolazione delle masse

consumismo1.1Edward Bernays, il consumismo e la manipolazione delle masse – Nato negli Stati Uniti D’America e diffuso su larga scala prima in Europa e poi sempre di più nel mondo intero, attualmente il consumismo è il sistema economico dominante, anche se negli ultimi anni è sempre più in rapida discesa e si prospetta per il futuro un suo graduale superamento. L’era consumista è legata a quella che viene definita come la “società dell’immagine”, che ha favorito la progressiva mercificazione di ogni aspetto della vita sociale e non. Un fattore imprescindibile per l’affermazione su vasta scala e per il consolidamento del sistema consumista è stato ed è tutt’ora il massiccio utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, a partire dalla televisione, per orientare e plasmare i cittadini, in modo da aumentare a dismisura la massa di potenziali clienti e/o consumatori utili per vendere sempre di più prodotti e illusioni a buon mercato, e in questo modo ricavarne un’abbondante profitto nonché una cospicua dose di influenza e potere.Edward Bernays e la manipolazione delle masse.

Edward Bernays
Personaggio chiave per la nascita del sistema consumista, il pubblicista e pubblicitario Edward Bernays, insieme a Walter Lippmann e Ivy Lee è considerato anche il pioniere delle moderne relazioni pubbliche nonché della moderna manipolazione delle masse che viene attuata sopratutto grazie all’utilizzo dei mass media, e che è stata descritta in modo ottimale dal teorico della comunicazione e linguista più importante contemporaneo Noam Chomsky, nella sua lista delle 10 strategie della manipolazione mediatica.
Essenzialmente l’obiettivo di Bernays era quello di perfezionare le tecniche di propaganda e di persuasione a lui contemporanee al fine di renderle ancora più subdole e al contempo dare una parvenza di libertà in modo da occultare, perlomeno a livello conscio, la manipolazione sottostante. Difatti la “libertà di scelta” a livello commerciale, ma anche politico, esiste solo formalmente ma non nella realtà. Chiaramente ci si può orientare tra tantissimi e diversi prodotti, ma l’elemento fondamentale è che si pensa che non se ne può fare a meno, e questo è stato ed è l’obiettivo della suddetta persuasione: l’induzione alla dipendenza dalle strutture fondanti la società del consumo, che con il tempo si è fatta sempre più totalizzante e uniformante tanto da far credere che non possano esistere alternative credibili ad essa. L’opera principale di Bernays fu “Propaganda”, un libro scritto nel 1928 in cui argomentava che per poter funzionare la cosiddetta democrazia moderna deve essere guidata da un’elitè che pianifica e controlla ogni aspetto della vita culturale, politica, e se possibile sociale del paese, impedendo in questo modo che gli individui di per sè e il popolo possano avere qualche voce in capitolo, in quanto considerati portatori di “spinte disgregatrici“.
Un’altro suo classico è “Cristallizing Pubblic Opinion” del 1932, che ispirò, tra gli altri, anche il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels.

La manipolazione psicologica
Bernays si ispirò principalmente ai concetti espressi da Gustave Le Bon in “Psicologia delle folle”, considerata la sua opera più importante nonché il testo di ispirazione per la propaganda politica moderna tanto che venne letto e ispirò profondamente dittatori come Lenin, Hitler, Stalin e Mussolini e venne usato per la costruzione del consenso necessario al mantenimento dei rispettivi regimi. Bernays seppe coniugare in modo efficace le teorie espresse da Le Bon insieme all’utilizzo delle conoscenze derivate dagli studi sulla psiche umana che andavano diffondendosi in quel periodo, sopratutto grazie agli sforzi di Sigmund Freud, di cui tra l’altro era nipote. Difatti si accorse che facendo insistentemente leva su desideri e aspirazioni degli individui e più in generale delle masse, e anche sugli istinti e sulle emozioni primarie che hanno tutti sede nella parte inconscia della mente umana, si potevano aggirare facilmente le normali resistenze che di solito operano a livello cosciente e quindi influenzare e ri-programmare o per dirla più semplicemente manipolare radicalmente la mente umana e in questo modo garantire un’efficace controllo. Mentre queste conoscenze del funzionamento della “mente inconscia” vengono usate generalmente per tentare di risolvere conflitti e disagi personali in ambito psicologico, a livello politico e mediatico vengono utilizzate per garantire facilmente consenso e aumentare o consolidare l’ influenza e il potere di chi se ne serve per promuovere i propri interessi. Guardando la storia recente di esempi ce ne sarebbero a iosa, basti pensare al totalitarismo nazifascista o a quello comunista e più in generale alla manipolazione ideologica, di cui ho parlato nell’articolo “Le ideologie organizzate e la manipolazione delle masse”, e a cui rimando.

La pubblicità commerciale
In ambito economico e mediatico questi processi si possono chiaramente riscontrare nell’utilizzo della pubblicità commerciale, la quale serve a indurre i potenziali clienti a comprare un determinato prodotto non tanto per la sua qualità, ma per ciò che rappresenta o si pretende possa rappresentare. Difatti ogni prodotto acquistato e posseduto, garantisce un determinato status (anche a livello simbolico) che aumenta o diminuisce a seconda del brand scelto, e quindi del marchio dello stesso. La qualità e l’utilizzo del prodotto sono secondari: da qui nasce la tanto famigerata “obsolescenza programmata”, grazie alla quale si assiste sempre di più alla creazione di prodotti pronti per essere usati in tempi più brevi possibili e abbandonati e/o ricambiati a seconda delle esigenze della moda. La pubblicità commerciale fa generalmente leva su desideri, aspirazioni e speranze che vengono proiettate su un determinato prodotto che viene venduto, oppure molto più spesso sulla creazione di falsi bisogni e false necessità spacciate come fondamentali. Essenzialmente la pubblicità si basa inoltre sull’induzione in uno stato quasi ipnotico, ovvero uno stato psichico in cui le normali resistenze coscienti sono oltrepassate e l’Io ne è fortemente indebolito.

Conclusione
Il costante bombardamento pubblicitario che subiamo ogni giorno serve per renderci inconsapevolmente schiavi prima di tutto del nostro ego, e in seguito delle catene “invisibili” su cui si basa la società di consumo e dell’immagine moderna, e quindi porta a delegare continuamente alle strutture e ai gruppi di potere che comandano (banche, grosse multinazionali etc) e passo dopo passo a barattare sempre più libertà nel nome di un sempre più fittizio “benessere” economico fondato unicamente sugli standard finanziari, sull’andamento delle borse etc.

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