USA e Cina sono l’ago della bilancia del futuro del clima mondiale
Tagliare le emissioni di CO2 è un obbiettivo globale, ma molto dipende dalle effettive misure che adotteranno le due super potenze mondiali, USA e Cina.
Non solo economia: il nuovo governo di Matteo Renzi sarà presto chiamato anche a salvare il clima. Secondo un rapporto presentato di recente dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile nel 2013 l’Italia è stata virtuosa, in termini di emissioni, ma la questione non riguarda soltanto il nostro paese.
Il punto di partenza, in effetti, resta il piano europeo per le politiche energetiche e ambientali, presentato da neppure un mese ma già criticato sia da parte di associazioni ambientaliste che da alcuni osservatori economici.
Come abbiamo recentemente spiegato, l’obbiettivo indicato anche dall’Ipcc è ambizioso ma difficile: ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990. Per farlo l’Europa punta sulle rinnovabili, che dovranno arrivare a produrre il 27% dell’energia totale.
Ma qual è oggi la situazione per quanto riguarda l’emissione di gas serra, e in particolare di CO2? L’agenzia olandese per l’ambiente (PBL) ha raccolto i dati in un dettagliato report.
Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto: dipende dal punto di vista. Le emissioni di CO2 sono continuate ad aumentare, ma a un ritmo inferiore rispetto al passato. Complice anche la crisi economica, nel 2012 la crescita è stata dell’1,1% contro una media del 3% negli ultimi dieci anni.
Se emettere tanta CO2 è un biglietto d’ingresso per il club dei Paesi sviluppati, allora la Cina è ormai un membro a tutti gli effetti. Con quasi 10 miliardi di tonnellate è la nazione che ha emesso di più nel 2012. Seguono gli Stati Uniti con 5,2 miliardi.
Le cose sono cambiate molto: ancora negli anni ’80 la Cina non arrivava neppure alla metà di quel valore. Poi è arrivato il tumultuoso sviluppo economico, che da una parte ha consentito a centinaia di milioni di persone di uscire dalla povertà, dall’altro ha aumentato l’emissione di questo gas serra.
Eppure le emissioni totali sono solo un modo di guardare al fenomeno, che in un certo senso non rende l’intera fotografia. Se invece prendiamo le emissioni pro capite, cioè divise per la popolazione, scopriamo che in media ogni cittadino cinese ha emesso 7,1 tonnellate di CO2 nel 2012, contro le 16,4 degli Stati Uniti, 18,8 dell’Australia e una media europea di 7,4.
Quale delle due considerare? Chi emette di più oggi ma ha appena cominciato, con buona parte della popolazione che vive ancora in standard di vista modesti? O chi l’ha fatto per decenni ma ora imbocca la strada opposta?
Impossibile dirlo a priori. È questo uno degli elementi che rende tanto delicato e difficile trovare un accordo per fronteggiare i cambiamenti climatici.
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