La “fiducia” degli itagliani

mense poveriLa fiducia degli italiani – L’ottimismo, di berlusconiana memoria, corre sul filo della non rivoluzione di Renzi, accompagnato dalla grancassa di quelle agenzie di rating, che appena pochi mesi fa abbiamo denunciato come speculatrici, e di quell’Istat, che snocciola dati un giorno si e l’altro pure, tutti coerentemente in contrasto tra loro…a dimostrazione che riguardo all’incapacità siamo maestri da sempre…anche statisticamente parlando.
La produzione cresce, di pari passo con la chiusura delle aziende, come cresce l’occupazione, in maniera eguale alla disoccupazione, così come aumenta il risparmio delle famiglie italiane, le stesse che vanno ad ingrossare il numero di quelle povere, che ora ci piace chiamare “incapienti”…fa cchiù bello…si “vedono” segnali di ripresa dell’economia italiana, a fronte di un debito pubblico che continua a non avere ostacoli.
L’ultima battuta dell’Istat è sulla fiducia, dato che mi riesce difficile da capire come stabilito. Partiamo da un punto essenziale, che pubblicità ci ha insegnato: la fiducia è una cosa seria che si da alle cose serie, e quindi come tradire l’impegno del neo-premier senza regalargli quella fiducia che merita?
E quindi benché i suicidi non si fermino, benché le famiglie riducano la spesa per il loro vitto giorno dopo giorno, benché clochard e disabili siano considerati, da questo Stato, un peso da scaricare, benché le carceri siano sull’orlo dell’esplosione, così come i famosi centri di accoglienza (leggasi lager per chi si intende di democrazia) siano stracolmi di disperati in fuga da guerra e fame, benché i disoccupati ed i senza casa vengano scambiati per zainetti ed i No Tav per pericolosi terroristi…per l’Istat la fiducia nel futuro di questo paese, senza presente, è in crescita !
Del resto un detto napoletano confermerebbe l’intuizione dell’Istituto di statistica italiano: “Cchiù nero d’ ’a notte nu’ po’ venì”, peggio di come stiamo, in sintesi, è difficile immaginarlo, ma, cari itagliani, non avete, abbiamo, messo in conto le “straordinarie” intuizioni del neo-premier che regala 80 euro in busta paga, a chi ha una paga, ed aumenta le tasse sulla casa, sui conti correnti bancari (che chi ha un lavoro o una pensione è costretto ad avere), che taglia la spesa sui servizi pubblici, che per funzionare dovranno essere pagati da noi, che svende quel poco che avevamo, anche grazie al manager che ci ha governato per 20 e passa anni, tal Silvio Berlusconi, a cominciare dall’Alitalia, per passare a Finmeccanica e finire alle Poste, che non muove un dito sul degrado delle opere d’arte che riempiono lo stivale e si trastulla con una legge elettorale che toglierà il senso al voto, unico spazio di democrazia rimasto per quel popolo a cui è negato anche il diritto di manifestare.
Abbiamo creduto ai ristoranti pieni e all’ottimismo del Berlusca, alle lacrime della Fornero e alla sobrietà di Monti, alle chiacchiere di Letta e al senso dello stato di Napolitano…ora siamo alle barzellette…e crediamo pure a quelle, si vede che la notte può essere ancora più scura di quanto pensiamo.

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