L’omicidio Moro e quegli oscuri intrecci tra CIA, P2, e KGB

Aldomoro1.1Come rivelato dall’importante amico e collaboratore di Aldo Moro, Corrado Guerzoni, il politico fu minacciato di morte da un potente personaggio statunitense, quando era ancora ministro. Anche la vedova, Eleonora Moro, testimoniò questo fatto citando le parole che erano state riferite al marito: “Se non cambi la tua linea politica, la paghi cara.
Quell’importante personaggio che minacciò di morte Moro era il segretario di stato statunitense Henry Kissinger.
Moro fu ucciso da membri dell’organizzazione terroristica “Brigate Rosse” il 9 maggio 1978, ma come rivelato dal giurista e politico Giovanni Galloni in un’intervista a Rai News 24, questi killer erano gestiti dalla CIA e dal Mossad.
Come riportato nell’intervista lo stesso Moro sapeva chi c’era dietro le BR e rivelò tutto questo allo stesso Galloni poche settimane prima del suo rapimento.
Al caso Moro è legata anche la P2, la famigerata loggia massonica deviata guidata da Licio Gelli, che fu coinvolta in molti episodi di quella che venne chiamata la “strategia della tensione”, dalla strage di Piazza Fontana a quella di Bologna passando per lo stesso omicidio Moro.
Essa era sostenuta dai servizi segreti statunitensi e veniva usata per mantenere l’Italia sotto il dominio atlantico.
Infatti, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’avvento della Guerra Fredda, l’Italia era diventata parte della NATO e in questo modo risultava de facto una colonia statunitense.
Anche l’Unione Sovietica era interessata allo Stivale e difatti le maggiori formazioni politiche del periodo dipendevano perlopiù da una o dall’altra parte in gioco: la Democrazia Cristiana e buona parte dell’elitè della destra conservatrice era sostenuta e finanziata dagli USA, il PCI e buona parte dell’elitè della sinistra progressista e radicale dall’URSS.
La “strategia della tensione” è stata considerata come il tentativo (riuscito) di mantenere l’Italia sotto l’orbita statunitense rafforzandone la dipendenza e bloccando una possibile rivoluzione comunista.
Questa tesi è per molti versi abbastanza plausibile, ma ciò che veramente dava più fastidio alla NATO (e all’URSS) era una possibile autodeterminazione italiana, che mirasse a rendere indipendente la nazione emancipandola dai rispettivi interessi imperialistici di USA e Unione Sovietica.
L’omicidio Moro in ciò è emblematico.
Egli, proveniente dall’ala di sinistra della DC, voleva sostanzialmente liberare l’Italia dal dominio atlantico e dalle pressioni sovietiche.
Lo statista si opponeva sia all’ala considerata più “conservatrice” e filo-atlantica del paese (vertici del Vaticano, militari e buona parte della DC) sia a quella cosiddetta “progressista”, tendente all’estrema sinistra e filo-sovietica.
Il ricercatore statunitense John Coleman in “Il Comitato dei 300: la gerarchia del cospiratore” scrive che:
“Moro progettava di dare stabilità all’Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica, rafforzando l’opposizione cattolica al comunismo e facendo in modo che la destabilizzazione del Medio Oriente fosse più difficile da ottenere”.
Difatti la politica estera dell’ex statista era fortemente incentrata sugli accordi economici e politici con i paesi mediorientali “non allineati”, accordi che servivano a garantire l’indipendenza energetica, politica e generale dell’Italia, e tutto ciò naturalmente dava molto fastidio agli USA.
Moro non era ben visto neanche da buona parte della destra e della sinistra italiana.
Da una parte era accusato di essere in combutta con i “comunisti” in quanto era favorevole ad un’alleanza con una buona parte della sinistra, dall’altra veniva considerato di “destra” in quanto rifiutava di consegnare tutto il paese in mano alla sinistra ed era antisovietico.
In realtà probabilmente fu uno dei pochi politici interessato alla collettività, e su questo trascendeva le posizioni politiche di “destra” e “sinistra”.
L’estrema sinistra “rivoluzionaria” (e spesso armata) di cui erano espressione le “Brigate Rosse” e altri gruppi, vedeva in lui un forte nemico, e in questo le posizioni di essa convergevano con quelle degli USA.
La sua politica estera di stampo pacifista e di collaborazione interna non poteva essere condivisa da entrambi: difatti sottraeva l’Italia dall’influenza statunitense e allontanava la tentazione del comunismo, che si basava perlopiù sul malcontento derivato dal dominio della NATO e dei suoi pupilli.
Che dietro l’omicidio Moro ci sia stato lo zampino della P2 e della CIA è molto plausibile ed è una teoria che gode di forte credibilità.
Inoltre a ciò si deve aggiungere che secondo alcuni ricercatori e storici anche il KGB fu coinvolto nell’omicidio di Moro e come hanno fatto diversi opinionisti, ipotizzando si potrebbe dire che sia la CIA che i servizi segreti sovietici possano essere stati coinvolti nell’eliminazione di un nemico comune, preferendo un’occasionale collaborazione utile ad entrambi, nonostante il fatto di essere ufficialmente in “guerra” l’uno con l’altro.
Bisogna aggiungere che tutto il periodo della “strategia della tensione” e degli “anni di piombo” fu segnato da forti interferenze da parte di servizi segreti di diversi paesi e vari intrighi, molti dei quali rimangono ancora un mistero.
Come affermano molti ricercatori e storici, il terrorismo di destra (nero) e di sinistra (rosso) che insanguinò l’Italia per molti anni, spesso fu sostenuto e manovrato da parte dei servizi segreti statunitensi e più raramente sovietici (ma anche di altri paesi), allo scopo di destabilizzare l’Italia facendo di tutto per evitare una possibile autodeterminazione della stessa.
Tornando a Moro, è interessante sapere che come rivelato da un’articolo del quotidiano “La Stampa” del 2009, nell’autunno del 1977 dopo una lezione all’istituto di scienze politiche dell’università “La Sapienza” di Roma in cui insegnava, disse agli affezionati studenti che gli chiedevano del suo futuro incarico come Presidente del Consiglio:
“Ma voi che davvero credete che non sappia che farò la fine di Kennedy ?”
Difatti, come dice un famoso detto: “chi tocca i fili del potere muore”.

Fonte

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