Marchionne, il mago dei piani industriali

MarchionneQuanti piani industriali vogliono politici e sindacalisti per continuare ad osannare Marchionne, tanti il venuto dal Canada gliene presenta, uno al mese, uno a settimana, uno al giorno…uno all’ora…
Il mago dei piani irrealizzati, delle perdite Fiat, del crollo delle sue azioni, della chiusura di interi stabilimenti e dei licenziamenti e casse integrazioni di massa, possiede quella fervida fantasia che tanto piace a chi fa di mestiere niente, cioè i giornalai nostrani, i sindacalisti di professione della triplice, i politici per caso, che fondano sul niente il loro successo e del niente vanno fieri…medaglia al petto in un paese in cui il premio va ai peggiori, ai meno capaci, agli imbroglioni, agli ipocriti, ai quaquaraqua di oggi, di ieri e di sempre.
Il mese di Maggio ha voluto regalarci l’ennesima sceneggiata della dirigenza Fiat, l’ennesimo piano che smentiva l’ultimo, che era il contrario del precedente, che sconfessava il primo.
Da Fabbrica Italia, dal “necessario” referendum, dai “necessari” sacrifici, per gli operai si intende, siamo passati, nel giro di pochi anni, contrassegnati da crolli in borsa, crolli nelle vendite, crolli in credibilità, 8 piani industriali 8, all’ultimo patetico, e poco credibile, “grande piano di rilancio”: 7 milioni di auto, rientro di tutti i lavoratori, 55 miliardi di investimenti, decine di nuovi modelli, rilancio del marchio Alfa Romeo, affossato proprio dalla stessa Fiat (vedasi Alfa Romeo di Arese), il tutto salutato dalla borsa con un -12% e con la sospensione del  titolo per eccesso di ribasso.
Certo prendere circa 5,5milioni di euro di stipendio l’anno solo per fare annunci e comparsate televisive è un colpo che solo nel bel paese, dei premier per caso e dei sindacati del niente, è possibile realizzare, lo dimostrano le dichiarazioni farneticanti del ministro del lavoro Poletti e dei sindacai firmatari dei vari accordi ed entusiasti  dei vari piani mai attuati.
Nei fatti, quelli reali, e non nel “fantastico mondo di Marchionne”, a Pomigliano, per dirne una, con i contratti di solidarietà si lavora solo due giorni al mese, il reparto logistico di Nola, che conta 300 operai, rimane fuori da qualsiasi progetto futuro mentre la cassa integrazione scadrà a Luglio, Termini Imerese è stata smantellata, la sede fiscale trasferita a Londra, così le  tasse saranno pagate allo stato britannico, mentre al nostro toccherà solo accollarsi le interminabili casse integrazioni ed elargire, ogni tanto, nuovi regali, come la commessa di 500 autovetture da assegnare agli espositori dell’Expo 2015.
Nel paese degli annunci, delle svolte e volte buone, delle corruzioni e dei corrotti, delle emergenze e delle mille task force, il sig. Marchionne rappresenta appieno il fallimento di politiche industriali basate solo ed esclusivamente sui continui esborsi di denaro pubblico, accompagnati da quell’incapacità arrogante che fa della classe dirigente italica l’unica al mondo capace di rimanere in sella senza riuscire a far nulla di buono per il paese, ad aggiungere ai danni prodotti la beffa della loro perenne presenza sul palcoscenico nazionale, voluta e sostenuta da una classe politica altrettanto incapace e corrotta.
Le uniche parole sensate arrivano dallo Slai Cobas di Pomigliano ed Arese:  “Un libro già letto, la realtà parla di un decennio di piani fantasma, tutti smentiti dai successivi. Dopo aver pilotato al fallimento l’intera produzione auto ora si annuncia il rilancio di un marchio, quello Alfa Romeo regalatogli da Prodi nel 1987, cannibalizzato e distrutto dalla Fiat, prova ne è la chiusura dell’Alfa di Arese. Gli operai di Pomigliano e di Arese annunciano prossime mobilitazioni per Expo 2015, altra vetrina vergogna di un paese massacrato dalla corruzione e dall’incapacità”.

Fonte

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