Per una nuova politica

cambiamentopolitica1.1Purtroppo la politica italiana e non, è ancora ferma a schemi obsoleti e totalmente disfunzionali per comprendere e affrontare il presente.
Ci si divide come allo stadio su quale partito o idea votare e/o seguire, arroccati nei limitanti schemi di “destra” o “sinistra”, tutto per non accettare il cambiamento e un possibile cambio di paradigma che rendi migliore la politica, un cambiamento basato sui contenuti e non su slogan obsoleti e totalmente distanti dalla realtà.
Ci sono ancora fortissime resistenze al cambiamento: nel 2014 alcuni ancora dividono le persone in “progressisti” e “conservatori”, “fascisti” o “comunisti” e altre etichette che hanno ben poco a che vedere con il presente.
Ogni giorno si sentono delle persone che credendo che il proprio partito/setta/gruppo abbia la verità in mano, attaccano chiunque non la pensi come loro etichettandolo come “fascista”, “comunista”, “reazionario” o altre terminologie vecchie di un secolo.
La loro presunzione in realtà deriva dalla mancanza reale di argomenti e dall’incertezza creata dalla fine delle illusioni ideologiche e post-ideologiche.
Difatti, un partito, un movimento o altro che si dichiari rappresentante di certe ideologie (che sia “comunista” o “anticomunista”, “fascista” o “antifascista”, “democratico”, “anarchico” e così via poco importa) fa naturalmente presa, in quanto pensare con la propria testa e liberi dai dogmi propinatici è chiaramente un’esercizio stimolante ma difficoltoso, tanto che per molti è preferibile rimanere attaccati alle illusorie certezze che i vari partiti o gruppi politici ci danno.
Ma, ora come ora, dobbiamo fare i conti con il presente, che va letto in una chiave nuova e diversa, visto che le vecchie interpretazioni così di moda negli anni passati, non valgono più.
Bisogna aprire la mente, liberarsi dai dogmi politici e ideologici che ci tengono ingabbiati, optare per una nuova politica che sappia offrire un’alternativa consapevole a un sistema in cui tutto viene considerato merce.
Andare oltre il marketing ideologico, oltre i vecchi miti e slogan perché il cambiamento non si realizza con la maglietta alla moda del Che, o con altri segni di riconoscimento che facciano sentire parte del branco politico più chic e trendy, o magari più “radicali”.
Andare oltre vecchi miti (tipo quello della “rivoluzione” che poi non arriva mai) e cominciare a proporre delle vere alternative, incominciando a “rivoluzionare” sè stessi, come affermava anche Gandhi.
Informare, scrivere, proporre: fare qualcosa di costruttivo per sè stessi e gli altri, invece di ripetere 4 slogan vecchi di 40/50 anni fa magari per difendere il vero status quo.
Non abbiamo bisogno di dogmi ideologici, ma di ideali e idee da seguire, e se possibile da realizzare.
Ideali che servano come musa ispiratrice per la realizzazione di una seria e credibile politica.
Ideali che servano per la costruzione di una migliore, etica e consapevole società.
Per una nuova politica incentrata veramente sulla costruzione di un futuro migliore.

Fonte

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