Smantellamento armi chimiche siriane

Smantellamento armi chimicheSi è parlato molto nei giorni e nelle settimane scorse dello smantellamento delle armi chimiche Siriane ora stoccate nel porto di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria.
Ma che fine faranno queste armi chimiche, come verranno smantellate e distrutte?
Inizialmente avrebbero dovuto essere smantellate in Albania ma, dopo le numerose proteste della popolazione Albanese, il governo di Tirana è stato costretto a declinare l’offerta e rinunciare ad una bella sommetta di denaro che le era stata offerta per effettuare il lavoro.
Quindi ecco che sono arrivate in Italia.
Da qui nei prossimi giorni dovrebbe avvenire il trasferimento sulla nave militare americana Cape Ray. Ma una volta trasferite, tali scorie chimiche, non  verranno portate per essere smantellate ne in Russia ne in America. Saranno smantellate nel nostro caro Mar Mediterraneo, in acque internazionali tra Creta, Libia, Sicilia e Malta. Qui verranno smantellate tramite elettrolisi (processo di trasformazione chimica che, grazie all’energia elettrica, consente la conversione appunto di energia elettrica in energia chimica). Il termine elettrolisi, come ci spiega anche Wikipedia deriva dal Greco e significa rompere con l’elettricità, quindi le varie sostanze di cui sono composte le armi chimiche Siriane saranno scomposte nei  loro elementi primari o costitutivi. Ciò avverrà in un reattore installato sulla Cape Ray ma, teniamo ben presente che, essendo la prima volta nella storia che viene effettuata un’operazione simile in mare, non si conoscono bene le reali conseguenze di tale operazione di smantellamento e che il Mar Mediterraneo è un mare chiuso, forse scelto apposta per questo motivo.
Secondo gli scienziati del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Atene e del Politecnico di Creta, l’elettrolisi in mare aperto è un metodo molto pericoloso.
Il professor Giddarakos del politecnico di Creta sostiene che, anche il processo di elettrolisi produrrà scorie liquide tossiche in mare aperto che avranno gravi conseguenze inquinanti sui pesci del Mediterraneo e quindi, di conseguenza sulle popolazioni che se ne cibano. Si parla infatti di avvelenamento da contaminazione del Mediterraneo e di tutto ciò che nel Mediterraneo abita e vive.
Nel frattempo lunedì 27 gennaio 2014 la Cape Ray è salpata dal porto di Portsmouth in Virginia direzione Gioia Tauro con arrivo previsto intorno al 10 febbraio.

Sabrina Stoppa

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