Quel pastrocchio sul lavoro, quando il lavoro non c’è più

precario1Lavoro – La scusa è sempre la stessa, la stessa che mosse il governo Prodi, con il ministro Treu, ad introdurre quella precarietà che avrebbe dovuto “rilanciare l’occupazione”, “dare opportunità ai nostri giovani”, “integrare studi e formazione professionale”, “rendere il mondo del lavoro aperto all’ingresso delle nuove generazioni”…perché il “posto fisso” è monotono…dixit Monti, da cent’anni a pappare sulle nostre spalle senza indovinare un provvedimento che sia uno, e bisogna abituarsi a cambiare lavoro continuamente per quella crescita professionale che farebbe, dell’italiano, una specie di factotum capace di affrontare qualsiasi mansione, qualsiasi lavoro…una specie di macchina da adattare ad ogni evenienza.
Il fallimento delle teorie di gente come Ichino, che necessiterebbe di immediate cure psichiatriche, si è concretizzato in questi anni di “precariato a go-go”, dove i giovani venivano sfruttati per i tempi previsti dalla legge e poi buttati fuori, per essere pronti a nuovi sfruttamenti in altre aziende, tutte, e ribadisco tutte, interessate solo a “guadagnare” dalla precarietà…opportunità per quelle migliaia di imprenditori, evasori fiscali, mai attenti né al rispetto delle leggi sulla sicurezza del lavoro, né ai diritti dei propri collaboratori…tanto i controlli nel nostro paese non vengono fatti…o se vengono fatti sono facilmente monetizzabili.
L’ultimo arrivato sulla scena del “lo rilancio io il lavoro” è il rottamabullo di Firenze, il presidente del consiglio per investitura “primaria”, nulla di nuovo dal suo ribollente cervello, dai suoi slogan declamati a reti unificate, la riproposizione, sic et simpliciter, del fallimento dei suoi falliti predecessori, però peggiorata…come se peggiorare una legge sia il modo migliore per migliorarla…a volta la follia non ha confine né decenza.
Una precarietà a vita, con mille scappatoie, per i nostri imprenditori, esempio di evasione fiscale senza pari al mondo, di “fregare” il malcapitato a vita…di 36 mesi in 36 mesi, senza alcuna giustificazione, senza alcun limite, senza alcun ritegno.
Un ricatto perenne, con uno statuto dei lavoratori già cancellato dalla sig.ra lacrimante Fornero, che lascia i giovani, quelli per cui lavorerebbero Napolitano e Renzi, senza alcun diritto, in balia di imprenditori che spesso pagano male, che molto spesso non pagano, che altrettante volte impongono orari e lavori ben al di fuori dei limiti che una democrazia compiuta permetterebbe.
Ma Renzi va di fretta, mentre le fabbriche chiudono, molte neanche citate dai nostri quotidiani pennivendoli di regime, vedi Telcom di Ostuni, Gepin di Roma, o lavoratori permangono, tra balli di schiavetti malpagati e video su youtube, in cassa integrazione da decenni, come gli operai della Fiat di Pomigliano, il premier ha bisogno di far passare, con l’osanna dei giornalai italici, provvedimenti senza futuro, in grado solo di peggiorare le condizioni di vita e di lavoro dei nostri giovani…le elezioni sono alle porte, la “malattia” è stata solo ora inoculata, delle sue tragiche conseguenze ce ne accorgeremo solo fra anni…in quel “futuro” immaginato dal PD.

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