Yara Gambirasio – A dichiararlo è il Ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Le Forze dell’Ordine, d’intesa con la Magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio; saranno forniti maggiori dettagli. Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l’impegno massimo, l’alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che, finalmente, non è più senza volto.“
Si chiama Massimo Giuseppe Bossetti, è un muratore di 44 anni.
Ha una sorella gemella, è sposato e ha 3 figli. E’ il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, un autista di autobus per un’azienda di Gorno, nel bergamasco, nato nel 1938 e morto il 17 marzo 1999 in un incidente stradale. La sua salma è stata riesumata il 7 marzo 2013, su ordine del pm titolare dell’inchiesta Letizia Ruggeri.
Ripercorriamo tutta la storia della vicenda per maggiore chiarezza
26 novembre 2010 – Yara Gambirasio, 13 anni, scompare a Brembate di Sopra, alle porte di Bergamo. Ha lasciato la palestra in cui pratica la ginnastica ritmica ad appena 700 metri da casa e di lei si perdono le tracce. Dal suo telefonino parte un sms di risposta ad un’amica. Alle 18.47 il suo telefonino viene agganciato dalla cella di Mapello, un comune distante circa tre chilometri da Brembate, poi la traccia scompare.
5 dicembre 2010 – il marocchino Mohamed Fikri, che lavora in un cantiere edile di Mapello, vicino a Brembate, è fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri. Contro di lui alcuni indizi, tra i quali un’intercettazione ambientale in cui sembra affermi ‘Allah perdonami non l’ho uccisa’. Ma la traduzione era sbagliata. Mohamd Fikri si proclama innocente. Riesce a dimostrare che le sue vacanze in Marocco erano programmate da tempo e che non stava fuggendo. La sua posizione sarà archiviata perché l’immigrato risulterà del tutto estraneo alla vicenda.
26 febbraio 2011 – Il corpo di Yara, a tre mesi esatti dalla scomparsa, è ritrovato in una campo a Chignolo d’Isola, ad una decina di chilometri da Brembate (Bergamo). Le indagini appureranno che è stata uccisa sul posto, colpita da alcune coltellate e morta anche per il freddo.
28 maggio 2011 – E’ il giorno dell’addio a Yara. In migliaia si ritrovano al palazzetto dello Sport per assistere ai suoi funerali. Viene letto anche un messaggio del Presidente della Repubblica.
15 giugno 2011 – gli investigatori isolano una traccia di DNA maschile sugli slip della ragazza che, a differenza degli altri tre già esaminati, non sarebbe suscettibile di contaminazione casuale. Sarebbe il DNA dell’assassino. Un profilo genetico che non è tra i 2.500 raccolti in quei mesi dagli investigatori.
18 settembre 2012 – Nasce la cosiddetta “pista di Gorno”: il DNA di Giuseppe Guerinoni è estratto da una marca da bollo su una vecchia patente, abitante di Gorno, sposato e padre di due figli, morto a 61 anni nel 1999. Il suo DNA è simile a quello trovato sul corpo di Yara. Un DNA che, comparato con il nucleo famigliare dell’uomo, non porta ad alcun risultato; da qui l’ipotesi degli investigatori che esista un suo figlio illegittimo.
7 marzo 2013 – E’ riesumata la salma di Giuseppe Guerinoni: secondo gli inquirenti, sarebbe il padre biologico dell’assassino, chiamato simbolicamente “ignoto 1”. La salma verrà sottoposta a tutti gli accertamenti del caso, come disposto dalla Procura.
5 aprile 2013 – Parla Vincenzo Bigoni, amico e collega di Giuseppe Guerinoni. Confessa che Guerinoni aveva un figlio illegittimo. Si conferma così la tesi degli inquirenti che sostengono che ad uccidere Yara Gambirasio sia stato un uomo figlio dell’autista di Gorno. “È una donna di queste parti, della Val Seriana, precisamente di San Lorenzo di Rovetta; – racconta l’uomo – un giorno Guerinoni mi disse del fattaccio: aveva messo nei guai una ragazza con cui aveva una relazione“.
10 aprile 2014 – La consulenza dell’anatomopatologa Cattaneo fuga i dubbi, peraltro sollevati dalla famiglia di Yara, sulla corrispondenza del DNA con quello di Giuseppe Guerinoni. L’assassino di Yara è un suo possibile figlio illegittimo che, però, non è ancora stato trovato. Di recente, senza alcun risultato, quel Dna era stato comparato con quello di donne che frequentavano Salice Terme, nel Pavese. Una località climatica che l’autista aveva frequentato negli anni in cui avrebbe potuto avere un figlio illegittimo.
16 giugno 2014 – Si arriva al fermo. Viene arrestato Massimo Giuseppe Bossetti, muratore 44enne. L’uomo vive a Brembate di Sopra, lo stesso paese di Yara. E’ sposato e ha tre figli. “Siamo in una fase delicatissima” si è limitato a dire il procuratore della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori. E’ lui l’assassino di Yara!
Francesco Giannetti